Quali sono gli effetti della pandemia del Corona Virus sul settore dell’energia solare?

Siamo nel Gennaio del 2020. I media parlano di un virus fino ad ora sconosciuto che mette in ginocchio la città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. . Trasmettono le immagini di una città fantasma: a eccezione di situazioni ritenute urgenti, nessuno può lasciare la propria casa, neanche per fare la spesa. Parlano del  Corona virus, un virus che causa una grave sindrome respiratoria acuta.  Apparentemente circola in Asia da novembre del 2019.

Da spettatori sterniti ed anche un po’ naive, nessuno avrebbe mai pensato che da li a poco il virus avrebbe continuato la sua marcia verso l’Europa. Infatti il COVID19 non tarda ad arrivare in Italia alla fine di gennaio, si diffonde in Spagna da febbraio, poi in Francia, Germania, Olanda. Attacca il resto dell’ Europa in un tempo record. L’ OMS dichiara la pandemia l’11 marzo. Al giorno d’oggi il COVID19 si è diffuso in almeno 177 paesi ed ha ammalato più di ventitre milioni di persone in tutto il mondo.

Il COVID-19 ha paralizzato l’economia, stremato il sistema sanitario, sconvolto la forma di vivere dell’umanità.  Lockdown e distanziamento sociale sono diventate oramai le parole utilizzate quasi tutti i giorni. Sembra un film dell’orrore, ma non lo è. È il 2020.


In che modo la pandemia del Corona Virus colpisce il settore dell’energia solare?

Per arrestare la diffusione della pandemia, i governi mondiali hanno imposto misure di distanzamiento sociale ed obbligato al confinamento. La maggior parte dei settori economici si sono visti costretti ad arrestare inesorabilmente la loro attività. Si pensi ai trasporti, alle fabbriche o agli enti di attività ludiche. Altri professionisti sono stati considerati lavoratori essenziali, come i supermercati. Altri settori hanno dovuto invece ridefinire le loro dinamiche, optando per la modalità di lavoro remoto o cambiando le logistiche come per esempio i ristoranti che hanno optato per la consegna a casa.

Questa grande paralisi economica, assieme alla mobilità limitata, hanno condotto al più grande calo della domanda di energia che si sia registrato negli ultimi 70 anni, nonchè ad un forte declino dell’emissioni di CO2,  in questo caso senza precedenti. Uno studio pubblicato su Nature Climate Change stima che le emissioni del 7 aprile 2020 siano diminuite del 17%, più di ogni altro giorno durante i primi quattro mesi del 2020. Sulla base dell’analisi di 100 giorni di dati, l’IEA prevede che il consumo globale di energia nel 2020 diminuirà del 6% in quello che definisce uno “shock storico per l’intero mondo dell’energia“. È l’equivalente di perdere l’intera domanda energetica dell’India, il terzo consumatore di energia al mondo.

“Questo è uno shock storico per l’intero mondo dell’energia. Tra le impareggiabili crisi economiche e sanitarie di oggi, il calo della domanda per quasi tutti i principali carburanti è sconcertante, soprattutto per carbone, petrolio e gas. Solo le energie rinnovabili stanno resistendo durante il crollo inaudito in precedenza dell’uso dell’elettricità”, ha affermato il dott. Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE. “È ancora troppo presto per determinare gli impatti a lungo termine, ma l’industria energetica che emerge da questa crisi sarà significativamente diversa da quella precedente.”

Iniziamo con l’industria petrolifera e del gas che è stata scossa fino al midollo. Gli analisti ed i consulenti esperti di Wood Mackenzie, affermano che COVID-19 stia minacciando fino a $210 miliardi di investimenti pianificati in petrolio e gas. Con l’economia che è andata in letargo, vi è un eccesso di offerta rispetto alla domanda del mercato. La crescente volatilità dei prezzi dei combustibili fossili sta facendo sì che molti investitori guardino a queste attività con un maggior grado di cautela.

Sfortunatamente l’havoc economico e sociale della pandemia ha colpito anche il settore delle energie rinnovabili, di cui ora si teme un rallentamento della spettacolare crescita di cui si è stati testimoni negli ultimi due decenni.

I lockdowns hanno messo in stand-by numerosi progetti fotovoltaici a causa delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento. Si pensi, ad esempio, al blocco della produzione di pannelli fotovoltaici della Cina a febbraio (le fabbriche in Cina producono circa il 70% della fornitura globale di pannelli solari).

Anche se ora le fabbriche sono già aperte e le aziende stanno riattivando le consuete attività, il danno economico creato dai ritardi e dalle interruzioni ha colpito i progetti fotovoltaici di tutto il mondo. La ripresa dipende dalla grandezza dell’azienda e dalla sua capacità di liquidità e di accesso o ristrutturazione del debito:

“Garantire un accesso adeguato al debito a basso costo e ad altri meccanismi di finanziamento sarà fondamentale per garantire che gli sviluppatori possano mantenere le operazioni ora e nel lungo periodo” IEA.

Un altro fattore chiave, esposto dallo stesso report fa riflettere sulla crisi del settore fotovoltaico per che si dedica alla progettazione degli impianti decentralizzati per i tetti solari e che ha rappresentato nel 2019 ben il 40% sulla produzione globale. Il distanziamento sociale diminuisce le possibilità di accedere agli edifici, a causa delle restrizioni imposte dal COVID-19.

Si tratta di un panorama caratterizzato da un sentimento constante di incertezza del corso futuro del settore dell’energia solare. Evidentemente, la ripresa del settore dipenderà dalla capacità dei governi di disegnare strategie che possano ripristinare la crescita del solare in questi nuovi frangenti ed evitare il fracasso economico.

“Grazie all’iniezione di capitale proveniente dalle banche centrali che rilasciano prestiti ed all’implementazione di incentivi per il settore delle energie rinnovabili dei governi, si dovrebbe essere in grado di catturare una quota crescente di questo investimento”. Reuters

Gli analisti considerano questo un momento spartiacque per la transizione energetica. I cambiamenti comportamentali relativi al consumo di energia imposti dal COVID-19 condurranno alla riduzione della domanda di energia dell’8% fino al 2050. Si è notato che domanda di combustibili fossili ha visto un calo diffuso, mentre le energie rinnovabili hanno aumentato il loro contributo al mix energetico. Grazie ai bassi costi operativi, le tempistiche di disegno e di costruzione relativamente corte, si prevede che le installazioni fotovoltaiche ed in generale quelle basate su energia rinnovabile possano recuperarsi molto più velocemente rispetto ai progetti relativi all’energia fossile.

Tuttavia, sebbene il letargo dell’economia imposto dal COVID-19 abbia ridotto le emissioni di CO2 nell’atmosfera, non può essere considerato un rimedio permanente.

Per raggiungere gli obbiettivi dell’accordo di Parigi sul cambio climatico e mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, i governi devono promuovere le tecnologie capaci di garantire la transizione energetica.

E se le conseguenze della crisi finanziaria del 2008 dovessero succedere, probabilmente vedremo presto un netto rimbalzo delle emissioni man mano che le condizioni economiche miglioreranno. Ma i governi possono imparare da quell’esperienza mettendo le tecnologie energetiche sostenibili al centro dei loro piani di ripresa economica. Investire in queste aree può creare posti di lavoro, rendere le economie più competitive e guidare il mondo verso un futuro energetico più resiliente e più pulito” ha dichiarato il dott. Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia.

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