Qual è la funzione principale degli interruttori automatici?
Gli interruttori automatici sono dispositivi di protezione contro le sovracorrenti che possono derivare da sovraccarichi e da cortocircuiti. La loro funzione è quella di agire quando viene rilevato un guasto, interrompendo l’alimentazione all’impianto e consentendone il ripristino quando il problema è stato risolto.
In base alle norme, si definisce “interruttore automatico” un “apparecchio meccanico di manovra capace di stabilire, portare e interrompere correnti nelle normali condizioni di funzionamento del circuito, nonché di stabilire, portare per un tempo specificato e interrompere correnti in specificate condizioni anomale del circuito, come quelle che si verificano nel caso di cortocircuito”.
Il simbolo di un interruttore automatico è, secondo la IEC 60617-7:
Classificazione degli interruttori
È possibile classificare gli interruttori secondo diversi criteri. Uno di essi è la loro funzione:
• Interruttori di alimentazione. Sono installati nella connessione di un quadro elettrico a un trasformatore, un generatore, ecc. Devono essere coordinati con gli interruttori di distribuzione per garantire la selettività delle protezioni.
• Interruttori di distribuzione. Proteggono i conduttori che collegano il quadro di distribuzione con un altro punto dell’impianto.
• Interruttori di utenza. In questo caso, la protezione è diretta, poiché si trova il più vicino possibile al carico.
Un secondo criterio di classificazione degli interruttori è in base al tipo di utilizzo:
• Uso industriale. Deve soddisfare gli standard IEC 60947-1 e 60947-2 o altri equivalenti.
• Uso domestico. Devono essere conformi allo standard 60898 o a una norma equivalente.
È possibile classificare gli interruttori anche in base alla loro tipologia costruttiva:
• Interruttori modulari. Comunemente denominati MCB, sono generalmente montati su guida DIN e sono generalmente utilizzati dal consumatore finale. Caratterizzati da valori nominali di corrente fino a 50 o 63 A e basso potere di interruzione.
• Interruttori scatolati. Sono più robusti degli interruttori modulari, sono utilizzati per correnti fino a circa 1000 A.
• Interruttori aperti o in aria. Il loro utilizzo si applica alle correnti più alte, fino a circa 6300 A.
Quali sono i parametri di base per la scelta degli interruttori automatici?
Per calcolare e scegliere un interruttore automatico, devono essere presi in considerazione i seguenti parametri:
• Tensione nominale di impiego (Ue). È la tensione alla quale l’interruttore lavora nelle condizioni dell’impianto senza disturbi. Gli interruttori possono avere diversi valori di tensione nominale di impiego, ai quali corrispondono prestazioni diverse.
• Corrente nominale (In). È il massimo valore di corrente che può circolare indefinitamente attraverso un interruttore automatico, senza superare i valori di temperatura ammissibili da parte dei componenti che portano la corrente.
• Corrente nominale termica convenzionale (Ith). È la corrente al di sopra della quale l’interruttore automatico scatta in caso di sovraccarico.
• Regolazione della corrente di intervento dello sganciatore magnetico (Im). È la corrente al di sopra della quale l’interruttore automatico scatta in caso di cortocircuito. A volte questa corrente è definita in base al tipo di curva di intervento.
• Potere di interruzione. È il valore della corrente di cortocircuito che un interruttore è in grado di interrompere sotto una certa tensione. La scelta di un interruttore deve essere fatta in base ai valori definiti nella norma IEC 60947-2: Icu (potere di interruzione estremo in corto circuito) e Ics (potere di interruzione nominale di servizio). Questo valore deve essere maggiore della massima corrente di cortocircuito prevista nel punto di installazione. Potrebbe essere inferiore a questo se a monte ci fosse un dispositivo che garantisce un adeguato potere di interruzione in base alle tabelle di filiazione dei costruttori.
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